In Parlamento procede l’iter che potrebbe portare all’istituzione del 4 Novembre come festa nazionale. Una simile celebrazione rappresenta un ulteriore passo in avanti rispetto al processo di normalizzazione della guerra e di marginalizzazione della cultura della pace che quotidianamente osserviamo nel
mondo educativo e nella società.
Ci sgomenta la particolare attenzione rivolta alle istituzioni scolastiche invitate anche in questa giornata a “sensibilizzare gli studenti sul ruolo quotidiano che le Forze armate svolgono”. Si tratta di una ennesima narrazione falsa ed edulcorata che tace sulla violenza e sulle distruzioni della guerra e fa leva su quegli interventi – in occasione, per esempio, di calamità naturali – che in realtà potrebbero essere svolti da un altrettanto valido servizio civile. Un tentativo di far accettare supinamente alle nuove generazioni l’inevitabilità delle guerre eludendo ogni forma di riflessione critica sul tema.
Questo è un 4 Novembre che mira a portare dentro le scuole una forte ventata di nazionalismo, attraverso la retorica del compimento dell’unità nazionale, e di militarismo facendo ricorso alla retorica del sacrificio.
Il processo di militarizzazione delle nostre scuole, già molto avanzato, cerca un appiglio nella storia passata attraverso l’esaltazione del 4 Novembre proprio nel momento in cui si profila il terribile spettro di una guerra totale. Chi opera nell’ambito della formazione ha il compito di contrapporsi ad una simile disfatta e promuovere la cultura e la costruzione della pace attraverso un
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