Il documento è ufficiale, dal momento che è stato pubblicato sul sito della Camera dei deputati il 21 aprile 2023, (reperibile a questo indirizzo) e lascia poco margine a interpretazioni sul ruolo dell’Italia in relazione alle spese in armamenti e sull’impegno militare assunto con la NATO.
Nel rapporto si afferma chiaramente che l’Italia è «tra il secondo e il terzo contributore alle operazioni dell’Alleanza», ciò significa che fino ad aprile 2023 il nostro Paese aveva già investito «345,48 milioni di euro» in armamenti, attestandosi sul 22,7 % di «investimenti in percentuale delle spese per la difesa», parametro superiore al 20% fissato in occasione del richiamato Summit Nato del 2022 in relazione alla quota del budget della Difesa da destinare agli investimenti. Non solo, il rapporto svela, tragicamente, che l’Italia si trova impegnata in ben «10 missioni NATO».
Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole abbiamo assunto l’impegno di denunciare il massiccio e ingente investimento dello Stato italiano in armamenti e spese militari, soprattutto quelle che vedono l’Italia succube di un’Alleanza militare, la NATO, che finora ha solo contribuito a destabilizzare numerose zone di confine.
Invece in investire in Istruzione e Sanità, il nostro governo decide di sperperare preziose risorse economiche in guerre, in armamenti, in situazioni che portano solo ad acuire il dolore e la sofferenza di altri popoli. L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole ha già da tempo intravisto la connessione tra l’investimento militare e la narrazione retorica militaristica che ha invaso la società civile e, soprattutto, le scuole e le università.