Imbarazzo all’Università di Ginevra: Rettrice implicata in esportazione dispositivi d’arma

Sta suscitando molto scalpore in Svizzera una vicenda che coinvolge Audrey Leuba, Rettrice dell’Università di Ginevra, infatti l’Ateneo intrattiene rapporti con un’azienda implicata nell’esportazione di reattori per velivoli usati dall’esercito israeliano, utilizzati anche nell’attuale conflitto contro Gaza. Ancora più sconcertante è però che con questa azienda collabori anche il marito della Rettrice e che lei non ne abbia fatto menzione informando opportunamente il corpo docenti della sua Università, come prevedono le buone prassi in materia di conflitto d’interessi.

Ginevra, culla dei diritti umani, si ritrova così immersa in uno stato di profondo imbarazzo perché la Rettrice non intende dimettersi, sostenendo che personalmente non ha alcun conflitto di interessi. Questo continuare a non comprendere che l’attività del coniuge la coinvolge personalmente, gettando un’ombra lunga sul suo operato, sta mettendo in imbarazzo anche quella parte dei/delle docenti più a destra che l’hanno votata. Un caso destinato a far discutere anche fuori dai confini svizzeri e sul quale come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e dlle università non abbiamo alcun dubbio a schierarci con la comunità accademica dell’Università di Ginevra che ne chiede a gran voce le dimissioni.

Università di Ginevra: la pace “armata”

L’Università di Ginevra ha costruito la propria reputazione sulle Convenzioni di Ginevra e il diritto umanitario. L’Alma Mater diffonde messaggi di pace nel mondo, ma recentemente è stata criticata per aver evacuato con la forza gli studenti e per i legami controversi della rettrice con la vendita di armi allo Stato di Israele.

All’alba del 14 maggio 2024, l’edificio principale dell’Università di Ginevra, occupato da attivisti pro-palestinesi dal 7 maggio, è stato evacuato. Gli occupanti, allertati intorno alle 5 del mattino, hanno affrontato l’intervento della polizia in seguito a una denuncia del rettorato per violazione di domicilio. Le forze dell’ordine hanno evacuato una sessantina di persone, alcune delle quali sono state ammanettate.

All’esterno, i sostenitori hanno manifestato solidarietà, chiedendo le dimissioni della rettrice. Nonostante alcune testimonianze che denunciavano la mancanza di un avviso preventivo, l’evacuazione si è svolta rapidamente e gli occupanti sono stati condotti alla stazione di polizia.

Lo stesso giorno, la rettrice dell’Università di Ginevra, Audrey Leuba, si è trovata in una posizione delicata a causa dei legami del marito con l’esercito israeliano. Secondo il giornale ginevrino Le Courrier:

“Il marito della rettrice, avvocato fiscalista in un grande studio, siede dal 2018 nel consiglio di amministrazione dell’azienda Pratt & Whitney Aero Engines International, la filiale lucernese di un costruttore americano di motori per aerei che fornisce, tra gli altri, l’esercito israeliano per i suoi aerei da combattimento. Da diversi mesi, l’azienda è sotto i riflettori. Ad aprile, la sua sede principale, situata nel Connecticut, negli Stati Uniti, è stata bloccata da attivisti che protestavano contro la guerra a Gaza, e in particolare contro il coinvolgimento del costruttore nella produzione degli aerei da caccia F-35 acquistati da Israele. A dicembre, i lavoratori di una fabbrica del gruppo in Canada sono entrati in sciopero per denunciare il fatto che Pratt & Whitney costruisce i motori presenti nei droni Heron, utilizzati da Tsahal a Gaza da più di quindici anni. In un comunicato stampa del 2015, il costruttore si vantava anche di aver ottenuto un contratto della durata di quindici anni per fornire tutte le parti per l’intera flotta di motori degli F-35 e F-16 dell’esercito israeliano. Secondo il comunicato, si trattava all’epoca del ‘contratto di logistica basato sulla performance più completo e di più lunga durata per un motore da caccia di Pratt & Whitney fino ad oggi’.” — Fonte: Louis Viladent, « Unige: Audrey Leuba en position délicate“ Le Courrier, 14.05.2024.

L’università è stata obbligata a ritirare la denuncia di violazione di domicilio che ha dato origine all’intervento della polizia il 16 maggio. La rettrice è stata messa sotto pressione da una parte del corpo docente che l’ha accusata di aver gestito male tutta la negoziazione con il collettivo studentesco e di aver fatto la denuncia senza aver utilizzato i protocolli interni di democrazia dell’università.

Il rettorato tenta in tutti i modi di non parlare del conflitto di interessi non dichiarato dalla rettrice. Le richieste di dimissioni continuano a crescere sia nella società civile che nel corpo docente.

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