Università e Ricerca

Studenti e studentesse universitari coinvolti nell’esercitazione Mare Aperto 2024

L’università va alla guerra! Sono 65, tra studenti, studentesse e docenti accompagnatori, provenienti da 15 università italiane che – secondo la fonte ufficiale della Marina Militare –  “si integreranno all’interno degli staff imbarcati, in funzione del loro percorso di studi” nel quadro della più grande esercitazione militare cui partecipa la Marina insieme a tutte le altre forze armate italiane in un contesto internazionale e Inter forze, denominato in maniera contraddittoria “Mare Aperto”: praticamente una città galleggiante di circa novemila individui, in un mix di operazioni NATO e dell’ UE preesistenti, all’insegna, contrariamente al titolo, del concetto di Fortezza Europa che giocheranno a fare la guerra.

Insomma una dimostrazione ulteriore di forza, in uno scenario geo-strategico e già abbastanza stressato, da parte di un impero in declino e di un’Europa che cerca di acquisire un ruolo purtroppo soltanto gonfiando il petto armi al collo. “Il coinvolgimento degli studenti, in un rinsaldato rapporto ormai pluriennale – sottolineano i nostri marinai armati, presenti in questo scenario apocalittico anche con il loro fiore all’occhiello, il COMSUBIN, erede diretto della gloriosa Decima M.A.S. – evidenzia il costante impegno della Marina Militare nel promuovere la cultura del mare quale elemento principale per la crescita e la prosperità dell’Italia“.

A parte il riferimento alla “cultura del mare” che appare una vera e propria bestemmia per chi crede in un mare come luogo di interconnessioni e di viaggi per interscambi culturali e conoscenze reciproche pacifiche, c’è un ulteriore contraddizione, solo apparentemente inspiegabile. Per chi gioca a fare la guerra in alto mare che tipo di collegamento logico riesce ad individuare nell’organizzare contemporaneamente anche un’esercitazione con la Protezione Civile ed altri enti di soccorso, per prepararsi ad un evento che simula una “calamità naturale”? Cosa c’entra la guerra con una calamità naturale come possono esserlo un terremoto o uno tsunami? forse la guerra nella sua ineluttabilità e prevista geneticamente, secondo alcuni, tra gli istinti primordiali e violenti dell’uomo, può essere assimilabile ad una calamità naturale?

Sempre nel testo propagandistico dei marinai armati si legge infatti che “nel corso dell’esercitazione saranno curati anche gli aspetti di supporto alla popolazione civile in caso di calamità naturali e, in tale ambito, verranno condotte alcune attività addestrative nel porto di Cagliari con il coinvolgimento delle autorità e delle organizzazioni locali, della Protezione Civile Italiana, dell’Ispettorato Nazionale del Corpo Militare Volontario della Croce Rossa Italiana, delle Infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana e del Corpo Italiano di soccorso Ordine di Malta“.

Noi dell’Osservatorio pensiamo, invece, che tutto ciò sia in realtà coerente con quella “guerra ibrida interna” tesa ad assimilare l’immagine delle forze armate ad un ente benefico che protegge la popolazione da rischi di varia natura e dai “malvagi” o dittatori di turno così come è perfettamente coerente anche la partecipazione di 65 rappresentanti delle università italiane a bordo delle nostre navi da guerra,  cui  viene presentata l’opportunità sia lavorativa che di ricerca in una situazione di penuria di investimenti pubblici per progetti di ricerca al 100% ad uso civile e non sotto il cappello ipocrita del cosiddetto “dual-use”.

Intervista su Radio Onda d’Urto di Stefano Bertoldi a Olivia Ferguglia: «Troppo accordi tra università e indotto bellico estero»

Per Radio Onda d’Urto Stefano Bertoldi, sociologo e docente presso le scuole secondarie superiori di Roma, collaboratore con il CESP, il Centro studi dei Cobas Scuola e con l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, ha intervistato Olivia Ferguglia, ricercatrice in fisica e attivista per i diritti del popolo palestinese.


Sinergie accademico-militari connesse all’industria bellica

Per quanto riguarda le relazioni tra il mondo universitario e il complesso militare industriale segnaliamo quanto pubblicato da Antonio Mazzeo all’interno del volume 2023: Orizzonti di guerra, OGZero, Torino 2023.