Comunicazione, media e “cultura della Difesa”, un legame stretto, anzi strettissimo. Ne scrive Daniele Ratti

Qual è l‘importanza che riveste la comunicazione mediatica nel rendere accettabile, se non addirittura indispensabile per un Paese lo sviluppo dell’industria delle armi e l’impiego di forze militari a supporto dei più disparati settori della società, in favore di una aumentata capacità di produrre ricchezza, competitività e alti livelli occupazionali? La risposta è: altissima! Negli ultimi anni infatti nonostante i costanti e continui richiami di una parte della società civile ed intellettuale a preservare l’idea di pace in tutte le sue declinazioni, in molti paesi Italia compresa, ha trovato sempre più cittadinanza la logica della cosiddetta “cultura della Difesa”, tanto cara al Ministro Guido Crosetto e all’attuale Governo. Come è stato possibile tutto ciò? Ne approfondisce i termini in un interessante e dettagliato articolo, che qui riportiamo, Daniele Ratti.

Il mondo militare gioca, in questi ultimi anni, una partita fondamentale attraverso la comunicazione, per ottenere una piena e definitiva accettazione nel contesto civile. Abbiamo scritto, commentato, denunciato tale attività da parte degli apparati militari, specie nelle scuole di ogni ordine e grado. Ora poniamo l’attenzione su due questioni poco sottolineate: la fondazione Med-Or ed il Comitato per lo sviluppo e la valorizzazione della cultura della Difesa.

Uno degli aspetti meno noti delle politiche di sicurezza e difesa è il ruolo delle fondazioni più note come think tank. Le fondazioni o think tank nate nel mondo anglosassone si sono poi diffuse nel resto dell’occidente. I “serbatoi di pensiero”, o “pensatoi” come sono denominati i think tank, sono un’invenzione della politica americana del secondo dopoguerra. Negli Stati Uniti i pensatoi hanno tanti portatori d’interesse e sono stati definiti in vari modi: «università senza studenti», cioè poli di formazione che sopperiscono alle lacune dei partiti; dipartimenti di ricerca e sviluppo che vivono di finanziamenti pubblici (un nome per tutti: Rand Corporation, il più grande think tank del mondo, con un budget tra i 200 e i 250 milioni di dollari all’anno e commesse milionarie soprattutto dal Dipartimento della Difesa) oppure agorà politica dove si formano idee e progetti connotati ideologicamente (partisan think tank). Tutti i think tank di stampo americano si muovono tra politica, industria e privati. In generale hanno una pluralità di donatori che permette loro una maggiore indipendenza.

In Europa queste organizzazioni sono più piccole. Si sviluppano per lo più in Gran Bretagna e in Germania, dove spesso nascono a latere di centri di potere che si dedicano a studi o di politica estera o di politica economica. L’obiettivo – al di qua e al di là dell’oceano – è spesso quello di creare un’interazione positiva tra importanti aziende nazionali, mondo accademico e governo. In altri termini si tratta di “fare sistema”. In Europa hanno inoltre grande successo i “pensatoi personali”, spazi di manovra di leader politici che mettono insieme la propria rete di relazioni e la propria autorevolezza. Spesso sono ex politici, come Tony Blair oppure Gerhard Schröder.

In Italia una delle più significative è la Fondazione Med-Or, che nasce per iniziativa di Leonardo Spa nella primavera del 2021, con l’obiettivo di promuovere attività culturali, di ricerca e formazione scientifica, al fine di rafforzare i legami, gli scambi e i rapporti internazionali tra l’Italia e i Paesi dell’area del Mediterraneo allargato fino al Sahel, Corno d’Africa e Mar Rosso (“Med”) e del Medio ed Estremo Oriente (“Or”). Per l’Italia è una novità, poiché si tratta di fondere competenze e capacità molto diverse, da quelle del mondo industriale a quelle accademiche, coinvolgendo personalità e professionisti di lunga esperienza e di diverse discipline. Med-Or di fatto, attraverso il finanziatore Leonardo Spa, è il veicolo di rappresentanza dei prodotti di avanguardia dell’industria digitale nazionale verso i mercati mediorientali ed oltre. Med-Or, anche se non ufficialmente, è la voce di Leonardo, l’unico settore nazionale in grado di competere sul mercato globale nel campo dei prodotti digitali industriali. In buona sostanza nel mercato mondiale digitale l’Italia si presenta con la propria filiera militare. Per Leonardo, col suo sistema di produzione di tecnologie digitali, che costituiscono il sistema nervoso dei suoi prodotti e servizi, si presenta, attraverso Med-Or, una occasione storica di avere un doppio ruolo all’interno ed all’esterno del Paese. Leonardo gioca un ruolo insostituibile nella transizione digitale del Paese, ma nello stesso tempo lega a filo doppio gli interessi e le logiche militari a quelle civili, anche attraverso Med-Or, dettando sempre più i contenuti ed i tempi dell’agenda politica italiana. Si può tranquillamente affermare che sono definitivamente maturati i tempi per una completa influenza dell’industria della difesa sull’agenda della politica nazionale. Continua a leggere su Umanitanova.org

Rispondi