Intervista a Serena Tusini dell’Osservatorio su Radio blackout sul CalendarioEsercito2024

Come avevamo già segnalato nell’articolo del 10 gennaio 2024, la presentazione del Calendario dell’Esercito 2024 nelle scuole toscane, e non solo, risponde ad una logica di riabilitazione di eroi fascisti perfettamente in linea con la retorica bellicistica e militaristica in atto da qualche tempo e che come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università stiamo denunciando.

Per l’Osservatorio era tornata sulla questione Serena Tusini già il 15 gennaio 2024 dai microfoni di Radio Blackout per mostrare l’incoerenza storica e la retorica fascista adombrata dal messaggio che accompagna la presentazione del Calendario Esercito 2024: «Per l’Italia sempre……prima e dopo l’8 settembre 1943».

Senza ambiguità di sorta va affermato che prima dell’8 settembre 1943 l’esercito italiano obbediva agli ordini della dittatura fascista e conduceva guerre di aggressione, con l’Asse, cioè al fianco della Germania nazista, ai danni di altri popoli, come la disastrosa campagna in Unione Sovietica nel 1942. Non dimentichiamo che anche in questa specifica circostanza, cioè in occasione della ricorrenza della battaglia di Nikolaevka, avvenuta durante la Seconda guerra mondiale, il 26 gennaio 2023 l’assessora all’Istruzione e alle Pari Opportunità della Regione Veneto, Elena Donazzan, invia una circolare alle scuole in cui si «esalta la campagna di Russia», come titola Tommaso Coluzzi su «fanpage.it» qualche giorno dopo.

Tuttavia, di questa becera operazione ideologica in atto che punta, come tante altre ormai, a riscrivere la storia solo il 18 gennaio 2024, con notevole ritardo a nosto avviso, si accorge anche il quotidiano «La Repubblica», che pubblica un articolo a firma di Matteo Pucciarelli in cui si mette in evidenza che non solo il calendario è stato fortemente promosso da Isabella Rauti, figlia di Pino Rauti, noto esponente dei novimenti fascisti, ma che è «Tra i partner dell’iniziativa in questione, va detto, ci sono anche la società Leonardo, Iveco Defence Vehicles e Beretta», aziende notoriamente coinvolte nel complesso industrial-militare.

L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università è in prima linea nel mostrare la palese deriva militaristica del nostro Paese, una deriva fatta di retoriche bellicistiche che giungono in maniera surrettizia nelle scuole e nelle università, ma anche fatta di scellerati investimenti pubblici in armamenti e dotazioni belliche per fomentare guerre in ogni angolo del mondo.

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