Sassari a Cagliari: rispetto di genere, educazione alla pace e ruolo della scuola contro il militarismo

Il Comune di Sassari ha rivolto alle scuole secondarie di secondo grado (le scuole superiori) un’iniziativa per combattere la violenza di genere, revenge porn, bullismo, cyberbullismo tramite conferenze che vengono tenute tra marzo e aprile dal personale della Polizia municipale.

Molte scuole hanno aderito all’iniziativa. Qualche genitore ha avuto un’obiezione che è stata portata agli organi collegiali scolastici: perché lasciare queste problematiche così complesse sul piano psicologico e comportamentale alla sola polizia municipale (per quanto di tratti di personale formato e di esperienza)? Non sarebbe opportuno anche l’intervento di una figura di psicologo che dia un apporto più approfondito e adeguato all’età evolutiva degli studenti e studentesse?

Il Liceo “Azuni” di Sassari ha disposto addirittura che le classi coinvolte (varie terze e quarte) svolgano quest’incontro non nei locali scolastici, ma in quelli della polizia municipale, cioè in ambiente a loro non consono e in cui possono non sentirsi a proprio agio nel porre domande e riferire eventuali esperienze. Un ambiente militarizzato in cui il loro ruolo può essere più facilmente ricondotto a quello di ascoltatori passivi.

Forme anche più preoccupanti di passività si producono il 26 e 27 marzo all’affollatissimo e composito Job Day alla fiera di Cagliari dove, davanti al padiglione G “Istituzioni”, è esposto un mezzo militare davanti al quale studenti e studentesse fanno la fila per salire e sporgersi dal tettuccio, indossando possibilmente qualche elmetto lasciato a disposizione: in un mondo sempre più militarizzato dove le controversie internazionali si risolvono con il riarmo e le guerre guerreggiate il ridere e farsi fotografare su un mezzo militare con un elmetto produce una simbologia veramente sconfortante.

Quale educazione alla pace stanno svolgendo attualmente le scuole ? Chiediamo agli studenti “se dovessi davvero partire per una guerra, rideresti così”? Ma ci sembra che non prendano sul serio il significato della domanda. Notiamo che dentro il padiglione “Istituzioni”, gli stand che incoraggiano alla carriera militare (Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri, Guardia di finanza, Polizia di stato) sono affollati di giovani visitatori mentre il deserto regna dal lato dell’assessorato regionale al lavoro, ASPAL, INAPP e altri stand. Sembrano “Istituzioni” dove l’aspetto militare ha la preponderanza rispetto alle altre, senza che neanche ci sia uno stand dedicato alla mediazione dei conflitti.

Nello stand dei Carabinieri si proietta un filmato con azioni di guerra particolarmente violente e deflagrazioni devastanti. Gli studenti non pensano che simili situazioni sono tremende realtà per molti popoli o pensano che la guerra sia un film di guerra, semplicemente una grande fiction? Non pensano che la guerra potrebbe toccare anche a loro se non uniamo tutti le forze morali e le energie critiche per dire di no ai conflitti, alla corsa agli armamenti e all’arruolamento (non solo effettivo ma anche mentale) dei giovani?

Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Cagliari

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