Venezia, vista come laboratorio avanzato di sperimentazione di un controllo sociale pervasivo che si gioca sul piano della digitalizzazione spinta, è al centro di uno studio del collettico SUMUD.
La sovrapposizione tra civile e militare è legato ad una cultura della mobilitazione generalizzata della popolazione in cui la distinzione guerra/pace, interno/esterno, ecc. non hanno più ragion d’essere.
In questo senso la pervasività della cultura bellicistica fin nei gangli vitali e più profondi della società è analizzata attraverso il ruolo di un ”motore” di cultura come l’università, in questo caso la Ca’ Foscari: ci si interroga quindi se il paradigma di cui l’istituzione universitaria è parte integrante e attiva sia ancora riformabile.
Rilanciamo l’articolo di Radio Blackout in cui si mette in evidenza questo deleterio legame tra le istituzioni universitarie, depositarie del sapere e della conoscenza, e i loschi affari legati alla guerra e alla morte.
L’in-differenza della guerra: la Ca’ Foscari nel governo cibernetico di Venezia