La nuova frontiera del reclutamento

Sul sito Sicurezzanazionale.com apprendiamo dell’ulteriore passo in avanti verso la militarizzazione delle nostre aule scolastiche. 

Si tratta del progetto I come intelligence, frutto di un accordo tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito e la presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (Dis). Una prima tappa di questa iniziativa ha coinvolto il 16 aprile una scuola di Latina, l’Istituto d’Istruzione Superiore San Benedetto insieme ad altre istituzioni scolastiche della città. Riportiamo qui di seguito la descrizione dell’evento sul sito: “A dare il benvenuto ai ragazzi la mascotte Int che ha illustrato il percorso della mostra: diversi stand tematici con la possibilità di approfondire, attraverso un codice QR, la storia e gli eventi degli agenti segreti più famosi della storia, italiani ed esteri, la mostra termina con un quiz per testare le proprie abilità di “agente segreto” e con la consegna a tutti i partecipanti di un tesserino da 007 in erba“. L’immancabile mascotte di turno e il gadget del tesserino da agente segreto sarebbero da relegare nel registro del comico se non fosse che proprio questo linguaggio apparentemente innocuo contiene in sé una fortissima attrattività nei confronti delle giovani generazioni. Attrattività che come docenti dobbiamo smontare e denunciare nella sua pericolosità, in quanto minaccia alla formazione di un pensiero critico e autonomo rispetto al militarismo e alla guerra.

Questa informazione è inoltre ripresa da un importante quotidiano nazionale, leggi qui-> corriere.it ; l’articolo sottolinea la “coincidenza interessante” con la “notizia che i servizi segreti italiani cercano 007 esperti di Cyber e Intelligenza Artificiale”. Un articolo senza punti interrogativi, che sembra dare per scontati la presenza dei militari all’interno della scuola per attività didattiche e l’imperante clima da logica securitaria che con preoccupazione denunciamo da tempo.

A quanti ci ritengono troppo allarmisti e “ideologici”, consigliamo (oltre alla lettura del libro di Antonio Mazzeo “La scuola va alla guerra” per un inquadramento generale della questione) di riflettere bene non solo sui termini dell’accordo in questione ma anche sul tono con cui viene descritto sul Corriere della Sera.

Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università

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