Maya Wind, “Torri d’avorio e acciaio”: come le università israeliane negano la libertà palestinese

A confutare un luogo comune secondo il quale le università israeliane sarebbero luoghi di pace e di opposizione al governo Netanyahu arriva un libro di Maya Wind, Torri d’avorio e d’acciaio, del quale parla, attraverso un’intervista all’autrice, il quotidiano Il Manifesto (qui il link).

Dagli USA arrivano notizie di una repressione in perfetto stile maccartista contro studenti e studentesse dei campus universitari in rivolta contro il sostegno del loro Paese al genocidio palestinese. Centinaia di arresti, la sospensione sine die di attivisti pro palestinesi, il celere licenziamento di docenti invisi alle lobby sioniste, la impossibilità per diverse associazioni di operare dentro gli atenei tra le quali alcune formate da ebrei. In risposta alla repressione molti campus hanno risposto con mobilitazioni e accampamenti. Da tempo in Israele e negli USA assistiamo a una campagna ossessiva del Governo per limitare la libertà accademica.

Il libro di Wind porta dati e prove a conferma della complicità dei settori accademici con il complesso militare e della repressione che ha colpito le voci dissidenti riportando per altro saggi di alcuni autori che documentano la creazione di istituzioni accademiche israeliane come fondamenta dello Stato Coloniale Militarizzato e di come si sia affermato nel tempo un controllo asfissiante sulle attività universitarie per piegare il corpo docente, studenti e studentesse al sostegno verso il genocidio del popolo palestinesi.

Il testo di Wind attinge da una vasta bibliografia e da documenti provenienti da archivi militari e statali israeliani per dimostrare come le università israeliane non siano indipendenti dallo Stato di Sicurezza Israeliano, ma una sorta di appendice a giustificare il Regime di Apartheid, prova ne sia la ricostruzione degli albori del movimento sionista per il quale proprio il mondo accademico doveva essere particolarmente attivo nella espropriazione delle terre palestinesi affermando e giustificando gli intenti del colonialismo da insediamento.

L’Università Ebraica nasce nel lontano 1918 per essere un “avamposto strategico per il movimento sionista e per rivendicare simbolicamente la politica su Gerusalemme”, numerose fondazioni vennero successivamente create per “far avanzare la ricerca scientifica e sviluppo tecnologico di Israele” partecipando attivamente alla Nakba del 1948 non prima di avere espulso gli esponenti dichiaratamente anti sionisti.

Il Corpo Scientifico è stato nel secondo dopo guerra progressivamente incorporato nel Ministero della Difesa gettando le basi per creare un vasto reticolo di aziende produttrici di armi anche attraverso finanziamenti statali e piegando la ricerca scientifica agli obiettivi militari, economici e politici dello Stato di Israele. Numerosi intellettuali poi sono stati assoldati a costruire e giustificare il Progetto di Espansione Demografica e Territoriale: le università israeliane ospitano avamposti di polizia coordinati con un sistema di sicurezza interno composto da ex soldati delle divisioni di élites dell’esercito contribuendo a costruire quel modello di sorveglianza che ormai è tra le strutture portanti del modello sociale israeliano. oltre a pianificare l’espulsione sistematica della popolazione palestinese dalle loro case. Alcuni atenei israeliani sono sorti al posto di villaggi palestinesi a conferma che la istituzione universitaria e il colonialismo da insediamento sono strettamente connesse. Wind dimostra insomma quanto invece viene negato dai media occidentali ossia che proprio le istituzioni universitarie, i centri di ricerca sono stati creati per servire gli obiettivi sionisti.

E il libro chiude documentando la collusione tra lo Stato e il mondo accademico oltre a dimostrare la esclusione dei cittadini palestinesi dalle scuole di ogni ordine e grado alimentando politiche discriminatorie e campagne repressive contro ogni voce dissidente giudicando la stessa identità palestinese come una minaccia.

Federico Giusti – Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università

Rispondi