El Alaimen? Non c’è niente da celebrare! La militarizzazione nella ritualità quotidiana

Anche quest’anno, il 27 ottobre, il centro di addestramento paracadutismo, nella caserma Gamerra, sarà teatro dell’ennesima celebrazione della battaglia di El Alamein, una ricorrenza che è oggetto da anni di esaltazioni acritiche, a cui hanno dedicato articoli, libri e perfino un film.

«Mancò la fortuna e non il valore» è una frase ripetuta da anni per esaltare “l’eroismo” dei soldati italiani che quella battaglia in Africa la combatterono a fianco dei nazisti guidati dal generale Rommel.

La sconfitta dell’esercito nazifascista fu decisiva per le sorti del conflitto in Africa. Se avessero vinto le truppe nazifasciste, forse gli esiti della guerra sarebbero stati assai diversi.

È veramente singolare l’amnesia storica di tanti giornalisti e politici italiani, che ormai preferiscono esaltare l’operato nazionale e della Patria anche quando la Patria si schierò a fianco della barbarie nazista a coprire le leggi razziali e l’olocausto.

Veniamo da anni di amnesia della storia o della sua riscrittura ad uso e consumo di una retorica bellicistica e nazionalista, disposta a esaltare pagine indecorose della nostra storia per costruire nell’immaginario collettivo una presunta identità nazionale basata su presunti eroismi e pagine memoriabili.

Quelle pagine eroiche sono poi il colonialismo, l’utilizzo di gas contro la inerme popolazione civile, la deportazione di prigionieri di guerra, privati di ogni identità e dignità.

Non abbiamo nulla da celebrare, al contrario dei Parà della Folgore, che ogni anno celebrano El Alamein come pagina gloriosa, che di glorioso non ebbe nulla, se non l’inutile sacrificio di tanti soldati ingannati dal fascismo e costretti a combattere accanto al nazismo.

Non è un caso che come sponsor dell’evento compaiano Selenia 2000 e Larimart, controllata dalla Leonardo, aziende che operano nel settore difesa, producendo e commercializzando armamenti tecnologicamente avanzati a segnare quel connubio tra industria bellica ed esercito che continua ad alimentare l’economia di guerra.

Auspichiamo che le scuole e le università si tengano ben lontane dalla mistificante narrazione che caratterizzerà la giornata.

Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Pisa

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