Zaini Giochi Preziosi, sulla querelle ancora aperta l’Antidiplomatico.it ha intervistato il nostro Michele Lucivero

di Francesco Santoianni

Mentre incombe il disegno di Legge per riesumare la Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate (con studenti intruppati ad applaudire i deliri di qualche ufficiale), prima vittoria dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università. Dopo la sua campagna di protesta, Giochi Preziosi, azienda di giocattoli e di materiale didattico, ha tolto dal suo sito la pubblicità di zainetti con lo stemma della Folgore, Alpini ed Esercito che avrebbero dovuto essere venduti con slogan quali “Tutti sull’attenti” o “Per sentirsi in missione”.

Di questo e di altro parliamo con Michele Lucivero dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università che, proprio in questi giorni, ha tenuto un importante convegno di aggiornamento per il personale della Scuola e ha chiesto la proclamazione del lutto nazionale per il bambino morto nel corso di una esibizione delle Frecce tricolori a Torino.

<<Di certo, l’antimilitarismo non si direbbe diffuso nel nostro Paese. Allora, da cosa potrebbe essere motivata la rinuncia da parte di Giochi Preziosi di quella che si prospettava essere una lucrosa iniziativa?>>

È vero, purtroppo siamo del parere che il fronte antimilitarista/pacifista/nonviolento, che ha raggiunto, forse, l’apice della sua influenza culturale negli anni ’60-’70, sia stato negli ultimi anni lentamente sopraffatto dalla retorica neoliberista e capitalistica, messa in atto sia da governi di centrosinistra sia da quelli di centrodestra, che hanno inteso fare affari soprattutto con le armi e con le guerre. Abbiamo constatato che nella società civile, soprattutto dopo l’emergenza del Covid, è invalsa l’idea che le soluzioni militaristiche e le politiche securitarie siano il modo più immediato e semplice per risolvere gli “stati di crisi”. È, questa, un’idea che noi dell’Osservatorio ci sentiamo continuamente ripetere dalle persone che entrano casualmente in contatto con le nostre iniziative, sui social o durante i convegni, ma bisogna affermare e ribadire con forza che l’esercito, le forze armate, gli apparati militari, che pure risultano utili in molte circostanze di emergenza interna, vengono principalmente addestrati per fare la guerra, per uccidere e ciò accade non solo per la difesa del nostro Paese, ma essi portano morte anche in territori in cui non dovremmo essere direttamente coinvolti. E, purtroppo, non possiamo non denunciare che molta della retorica guerrafondaia si diffonde in Italia anche perché noi subiamo un forte condizionamento economico, politico e culturale da parte degli Stati Uniti, che sono a capo di una organizzazione militare internazionale, la NATO, che, in realtà, non avrebbe alcun motivo di esistere, come non ci sarebbe nessun motivo di continuare ad avere sul nostro territorio non solo le basi NATO, ma anche le basi militari americane.

La questione degli zainetti militari è solo l’epifenomeno di questa retorica guerrafondaia. Essa ha avuto una incredibile eco perché a livello mediatico la campagna pubblicitaria lanciata dall’azienda è stata estremamente esplicita nel confermare il clima militaresco che c’è nel nostro Paese.

Come ho già scritto nell’articolo pubblicato sul sito dell’Osservatorio che ha acceso i riflettori sul caso, evidentemente alla Giochi Preziosi avranno un/una eccellente addetto/a stampa, che di marketing se ne intende parecchio, infatti egli/ella avrà compreso la linea verso la quale i nostri governi spingono la scuola e la società civile e così l’azienda è uscita sul mercato con gli slogan: «Tutti sull’attenti!» o, peggio: «L’esclusiva collezione zaini Esercito per sentirsi sempre in missione!».

C’è da dire che l’azienda Giochi Preziosi, sentita da Il Fatto Quotidiano sulla vicenda, non ha mai affermato di aver ritirato o di voler ritirare dal mercato gli zainetti, convinta del fatto che la collaborazione con il marchio Esercito italiano avvenga nel solco di una tradizione virtuosa che esalta la storia del nostro Paese, ma ha sicuramente fatto marcia indietro sulla campagna pubblicitaria, dal momento che la locandina con gli zaini militari e gli slogan incriminati è stata subito rimossa dai canali social e poi non si è trovata più traccia degli zaini sul sito di Giochi Preziosi. La nostra campagna di boicottaggio è anche servita, inoltre, per sensibilizzare i genitori e i rivenditori, alcuni dei quali hanno rimosso spontaneamente dalle vetrine gli zaini, ma soprattutto per rendere consapevole tutta la società civile di questa martellante retorica di guerra che pretende di entrare nella testa dei nostri studenti e delle nostre studentesse sin dalla scuola primaria.

<<Qual è oggi la compromissione del sistema scolastico italiano con il militarismo?>>

Dal giorno del lancio dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole con la prima Conferenza Stampa a Montecitorio, il 9 marzo 2023, ad oggi abbiamo scoperto più livelli di compromissione del sistema scolastico italiano con il complesso militar-industriale.

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