Sugli accordi tra Italia e Israele: grandi affari per le industrie di guerra italiane in Palestina

In riferimento ad un articolo da poco pubblicato da Futura D’Aprile sulla Rivista Altraeconomia (clicca qui per l’articolo) il 20 marzo 2024 si evince che l’interscambio militare tra Italia e Israele non è mai venuto meno anche dopo il 7 ottobre e l’inizio dell’operazione contro Gaza che ad oggi ha provocato 33 mila morti tra i civili palestinesi.

Sono infatti prodotti in Italia gli arei di addestramento per i piloti dei caccia come italiane sono le corvette impegnate nelle operazioni via mare e gli stessi cannoni che utilizzano provenienti dalla Oto Melara (gruppo Leonardo SpA).

Altra azienda italiana attiva nella vendita di armi ad Israele è la Simmel (https://aiad.it/aziende-federate/simmel-difesa-2022/) che produce munizione di vario tipo e una azienda ad essa federata specializzata nei droni; la Dronelab (https://aiad.it/aziende-federate/dronelab-2024/)

Il ruolo delle corvette impiegate nel genocidio palestinese è dirimente per le operazioni militari, le munizioni della Simmel sono concepite per essere utilizzate dai cannoni della Oto Melara.

Si evince una rete articolata di aziende che producono sistemi di arma e supporto logistico alle produzioni belliche vendute dall’Italia allo stato di Israele e ampiamente utilizzate nelle operazioni contro la striscia di Gaza.

La Rete pace e disarmo precisa, e lo facciamo anche noi dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, che non ci sono collegamenti diretti tra la Simmel e lo stato di Israele, tuttavia si evince che in ogni caso esiste uno stretto collegamento tra chi produce cannoni e quanti realizzano le munizioni necessarie a dispiegare il potenziale distruttivo degli stessi.

Giorno dopo giorno tocchiamo con mano un sistema articolato nella produzione di armi , una autentica filiera distruttiva delle vite umane, costruita con accordi tra aziende che producono sinergicamente sistemi di arma che poi ritroviamo impiegate in guerre disumane contro la Resistenza dei popoli.

L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università denuncia la filiera bellica e rilancia la mobilitazione perché l’istruzione non diventi il palcoscenico nel quale si venda una immagine edulcorata di una realtà ben diversa da quella presentata anche da innumerevoli organi di stampa e lo fa anche sostenendo le iniziative degli studenti e delle studentesse che a Torino come a Bari e Bologna chiedono l’interruzione dei progetti di cooperazione con industrie belliche israeliane e le dimissioni dei Rettori dalla Fondazione Med-Or (clicca qui per firmare la petizione).

Federico Giusti – Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università

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